La biblioteca è illimitata e periodica. Se un eterno viaggiatore l'attraversasse in qualunque direzione, verificherebbe alla fine dei secoli che gli stessi volumi si ripetono nello stesso disordine (che, ripetuto, sarebbe un ordine: l'Ordine). La mia solitudine si rallegra di questa elegante speranza.
da La Biblioteca di Babele, tratto da Finzioni di J.L. Borges
Una notifica: sono iniziati i saldi Steam.
Al PC accedo alla biblioteca digitale. Sconti, promozioni, liste, cataloghi, consigli, recensioni, generi, desiderati, indesiderati, elenchi, inventari, indici. Labirinti digitali. Entri in un consigliato e ti perdi nel suo riflesso. Nei generi. Nei sottogeneri dei sottogeneri. Liste sterminate a perdita d’occhio, nessun umano potrebbe vederle tutte, nemmeno nel corso di un’intera vita. Nessun dio potrebbe giocare tutto. Videogiocare a tutto richiederebbe un'eternità, che si riflette su sé stessa in infiniti tempi.
Scorro stancamente il catalogo dei giochi a “mondo aperto”. Il riflesso dello schermo, mi incurva, mi acceca, mi rende fantasma. Impalpabile, sogno di videogiochi inesistenti, sogno idee irrealizzate e increate. Mi immagino in altrovi che non esistono, nemmeno nella mente di altri autori. Cerco qualcosa che vi si avvicini. Rovisto nei sottogeneri, scandaglio l'abisso del catalogo Steam. Mi sono perso. Elenchi di videogiochi mai sentiti nominare, copie di titoli più famosi. Copia della copia. È finita! Smarrito nei riflessi, non capisco più cosa sia l'originale. Il primo è esso stesso una copia, l'ultimo è più originale del gemello nato prima. Filiazioni. Non comprendo più chi ha rubato da chi, il germe dell'Originalità è morto.
DLC, estetici, soundtrack, artbook arrivano come una massa informe per creare scompiglio. Ne esco indolenzito e affaticato. Impantanato in nomi che si ripetono uguali, senza scampo, cerco di tornare alla pagina iniziale. Un titolo mi attira. Cado nella trappola. Correlati e consigliati mi allontanano dalla meta, o forse mi ci avvicinano. Impossibile capire la direzione, se non si ha una bussola. Probabilmente nemmeno esistono i poli stessi. La forza magnetica è pura fantasia. Perdersi è facile negli elenchi che si biforcano. Nel vortice dell'infinito, entro in conflitto con la mia finitezza. Passerò il resto della mia vita a cercare il videogioco perfetto? O finalmente sceglierò ciò che non può essere scelto?
Dalla finestra capisco che il giorno ha lasciato spazio alla notte già da diverse ore. Perso nel labirinto della scelta. Cerco cosa comprare. Troppo roba ho già comprato. Impossibile scegliere cosa avviare. Il dilemma di videogiocare a qualcosa su cui perdere tempo, mi fa sprecare ore preziose. Percorro i sentieri dei consigliati dai curatori, millantatori di bussole. Casco nel loro tranello, e mi perdo nuovamente. Scorro cataloghi senza soluzioni di uscita, un videogioco porta a un altro, e così via, in infiniti rimandi, io vacillo… Sono piccolo, Steam è immenso.
Altri utenti si sono persi nel mio stesso labirinto, scalano gli elenchi dei consigliati in cerca del videogioco perfetto. Nessuno lo troverà mai, esistesse sarebbe simile a un dio. Siamo tutti apostati in cerca di un significato, di Qualcuno, o di Qualcosa, che ci riempia la vita. Circoliamo, nella Biblioteca di Steam, su una circonferenza infinita per gli uomini, perfettamente immobile, effimera. Dati pronti a perdersi alla prima catastrofe energetica. Cosa ne sarà di tutte quelle opere umane a quel punto?
Una volta conobbi un utente. Lo conobbi attraverso la recensione di un videogioco. Nella sua analisi, analizzava sé stesso. Si era perso. Nel videogioco non aveva trovato una via di fuga, ma lo smarrimento. L'opera, che aveva recensito, lo aveva indirizzato a un'altra, e poi a un'altra ancora e ancora e ancora… Stava vorticando, spinto dall'inerzia della ricerca, tra un videogioco e un altro. Era nel perimetro di un tornado di indecifrabili scelte videoludiche, se solo avesse potuto raggiungere l'occhio del ciclone, avrebbe trovato la pace. Ma non c'è pace per chi cerca l'impossibile, non c'è pace per chi è incapace di fermarsi e di battagliare col tempo. Siamo spaventati, terrorizzati, dalla fine. L'orrore di aver sprecato una vita ci immobilizza, e così consumiamo noi stessi, incapaci di scegliere, ossessionati dalla scelta.
È tardi, sono stanco. Ho cercato tutto il giorno per non trovare nulla. Vado a letto, sogno di opere videoludiche impensabili, di derive meta-digitali, di opere che rimandino ad altre. Sogno di correre tra immensi scaffali ricolmi di videogiochi che sembrano libri, e di libri che sembrano videogiochi. Non ci sono bibliotecari, perché nessuno conosce l'ordine di questa immensa Biblioteca, chi si spaccia per una guida è sicuramente un truffatore, o un mitomane, chi è consapevole di essere perduto elargisce saggi consigli: “desistete dalla ricerca!”.
Mi riposo, per continuare a cercare.