[SPOILER: Outer WILDS (non Outer WORLDS), Cyberpunk 2077]
[TW: si menziona l’amplesso]
Spesso si sente di film, libri o canzoni che hanno cambiato la vita a qualcuno, che hanno provocato nelle persone una sorta di epifania. Non mi è mai capitato di sentire lo stesso per un videogioco. Però a me è successo, per davvero.
Ciao, sono Ledo, e questa è la storia di come due videogiochi mi hanno convinto ad uscire da una relazione tossica e dichiararmi alla donna che amo.
Cominciamo dall'inizio.
2018. Dopo un anno passato a cercare di superare la fine della mia ultima relazione, ero finalmente pronto a ricominciare. Tramite amici di amici conobbi questa ragazza che, data la sua ossessione per la Russia, chiameremo Katya. Una cosa tira l’altra e insomma io e Katya ci fidanzammo.
Come ogni storia degna di RealTime, le cose partirono bene, ero felice. La relazione però degenerava giorno dopo giorno sotto il mio naso, e proprio come una rana cotta a bagnomaria, quando me ne resi conto era ormai troppo tardi.
I segnali c'erano tutti:
Controllava ogni mia azione anche quando non era lì: "Quando ti vedi con lui restate a casa, non mi piace che andiate in giro."
Non riuscivo a parlare delle cose che mi piacevano: "Videogiochi? Che sfigato."
Mentivo dicendo che dovevo studiare, solo per poter avere del tempo per me, a casa da solo;
Mi attaccava addosso le sue insicurezze: "Uno come te dove la trova un'altra come me."
É una SJW: "Sergio Muniz ha fatto Blackface!"
Discussioni di continuo.
etc etc
Ma cosa potevo fare? Avevo appena compiuto 20 anni e volgendo lo sguardo ai miei zii mi ero fatto l'idea che una relazione è così che doveva andare.
"Che ci vuoi fare, Ledo. Sono donne."
Un'idea forse un po' sessista, ma non avevo nient’altro a cui aggrapparmi.
2020. La situazione passò dalla padella alla brace quando iniziammo a convivere. Stare dietro a tutti i suoi "momenti" mi aveva reso apatico. Non leggevo più, non studiavo più, non giocavo più. Una volta sono uscito di casa e ho scoperto che la mia macchina era stata portata via dal carro attrezzi. La mia reazione?
"...Che sfiga." e sono rientrato.
Non fu lanciata nemmeno una bestemmia. Questo non ero io. Ero diventato l'ombra di me stesso. Così decisi di tornare a casa mia, da mamma e papà.
La prima sera avviai un videogioco che avevo comprato l'anno precedente e mai aperto: Outer Wilds.
Rimasi completamente catturato dalla libertà che ti dava il gioco. Salire sull'astronave, esplorare pianeti magnifici, schiantarsi contro un asteroide, leggere testi di civiltà del passato per risolvere i problemi del presente... Ogni elemento di Outer Wilds risuonava positivamente con me. Poi però il gioco finì. Un finale bellissimo. Piansi come un bambino.
"Come, sit with me, my fellow traveler. Let’s sit together and watch the stars die."
Tutto deve finire, le persone muoiono, le civiltà cadono e anche le stelle prima o poi si spengono.
E se dopo non ci fosse nulla? Cos'ha valore?
Quello che senti mentre sei ancora in vita, ascoltare il rumore delle foglie al vento, abbracciare una persona cara.
Tu dove vorresti essere quando finirà il mondo?
"Non con Katya." Mi dissi.
Epifania.
"Katya non è di certo la persona con cui passerei il mio ultimo giorno."
Mi convinsi a tirar fuori la rana dalla pentola d'acqua bollente e dirglielo. Così, qualche giorno dopo aver platinato Outer Wilds su PS4 ci lasciammo. Non serve nemmeno dirlo, lei pianse tanto. Un po' anche io. Dopotutto, siamo stati insieme per tre anni. Mi sentivo in colpa e non sapevo nemmeno per cosa.
2021. Avevo appena finito la sessione invernale dell’università. Finalmente ero riuscito a dedicarmi allo studio come si deve, a passare più di un esame. Come ogni anno, mi regalai un videogioco e venne il turno di Cyberpunk 2077. Il gioco mi divertiva come pochi, scalare edifici, affettare persone, provare ad investire bambini con le macchine. Solita roba da open-world. Però questa volta mi interessai anche alla trama, decisamente strano per me, con un open-world.
V, il protagonista, ha un tumore al cervello. Sì, è un chip che gli sta divorando le cellule bla bla bla, è un tumore al cervello. Per tutto il gioco corri a destra e a manca per cercare una cura, e poi alla fine... la cura non c'è. E non c'è davvero, io ho fatto anche il True Ending, la cura non c'è. Devi morì.
In un attimo, la mia seconda epifania: "E se succedesse a me? E se domani mi svegliassi con il mal di testa, andassi dal dottore e quello mi dicesse che ho una settimana di vita? Con chi la passerei?"
"Non con Katya." Va bene, ma con chi?
"Non con Giulia, la tipa di Tinder." Ho capito, ma allora con chi?
"Non con..."
La verità è che nonostante siano passati quattro anni, io non ho mai davvero superato la rottura con la mia ragazza storica che, data la sua ossessione per il Giappone, chiameremo Akima. La verità è che se c'è una persona con cui passerei la mia ultima settimana di vita, quella è Akima. Mi basterebbe soltanto vederla, sentire la sua voce, guardarla negli occhi... Può anche non darmela.
Certe realizzazioni fanno male. Dopo quattro anni passati a dirmi che non tornerei mai insieme a lei, fa male capire che non era vero niente.
"La mia ultima settimana la voglio passare con Akima."
"La mia ultima settimana la voglio passare con Akima."
"La mia ultima settimana la voglio passare con Akima."
Presi il telefono e le scrissi. Lei mi rispose. Decidemmo di andare al sushi. Anche lei si era lasciata da poco. Sentirla parlare era proprio come la prima volta. Una cosa tira l'altra. Nella mia testa, la sagoma di Keanu Reeves.
"Senti, ti va di riprovarci?"
Ora sono sei mesi che stiamo insieme e io non sono mai stato così felice :)
TL;DR: Outer Wilds e Cyberpunk 2077 mi hanno insegnato la filosofia YOLO ed ora non odio più me stesso.