I trofei di ps4 fanno schifo: una pacata dimostrazione
Una proposta non esaustiva per gli sviluppatori e per i cacciatori di trofei iper-completisti
SCORCIO AUTOBIOGRAFICO ED ENUNCIAZIONE DEL PROBLEMA
Dal punto di vista videoludico, nella mia vita, ho avuto molta fortuna. Sono partito videogiocando quando ero molto piccolo non capendo neanche cosa stessi facendo, per poi approdare a Call fo Duty senza mai staccarmene. A salvarmi da questa situazione a dir poco tragica venne un amico che conobbi verso l'età di 12/13 anni. Mi prese per mano e mi portò nella sua dimora: proiettore, ogni tipo di videogioco immaginabile, due comode poltrone, una lunga esperienza con titoli di un calibro estremamente più rilevante di COD e, cosa quasi impensabile, una grande voglia di passare del tempo a guardarmi giocare.
Sostanzialmente avevo vinto alla lotteria, e me ne ero reso conto.
Così iniziò il mio viaggio, viaggio che poi alla fine mi avrebbe fatto entrare in questo mondo e che mi avrebbe portato anche fino a qui. Non credo che potrei mai essergli grato abbastanza. Ai miei albori da Gamer non prendevo in considerazione l'idea di guardare guide su come giocare, giocavo tanto per, a volte facendo e rifacendo lo stesso punto all'infinito, e mi andava bene così. Ma il Male incombeva nella mia idilliaca avventura:
George allungò il collo. A un tratto sentì odore di noccioline! Noccioline arrostite e ancora calde! E aceto, di quello bianco che si spruzza sulle patatine fritte dal forellino nel tappo! E il profumo dello zucchero filato e delle ciambelle che friggevano nell'olio, insieme con l'odore più debole, ma penetrante, di sterco di animali selvatici. Sentiva anche l'aroma allettante della segatura; tuttavia...
Tuttavia, sotto sotto, c'era olezzo di alluvione e di foglie in decomposizione e di scure ombre di fogna. Questo odore era fradicio e marcio. Odore di cantina. (IT, Stephen King)
Le cose iniziarono ad assumere una piega lievemente inaspettata, grave, ma tuttavia impercettibile (come ogni Male che si rispetti). Lui aveva giocato a tutti i God of War, a tutti i Metal Gear Solid, a tutti gli Uncharted. Io stavo imparando a videogiocare, ero molto dipendente dai suoi consigli e dalle sue spiegazioni delle meccaniche di molti giochi, meccaniche che io non comprendevo minimamente. A volte i primi problemi me li risolveva lui; a volte ci provavo io fino allo stremo per poi implorare la soluzione; a volte invece mi dava quel suggerimento che mi permetteva di guardare nella giusta direzione e che innescava la concatenazione logica del ragionamento che mi avrebbe portato alla soluzione. E' tramite questi meccanismi che io sono stato introdotto agli enigmi, alle sfide che si affrontano nei giochi. Questa dinamica se ci si pensa è del tutto naturale. Andavo a casa sua e passavamo il tempo insieme. Ci stava passare rompersi la testa su un enigma, però ad una certa dovevi smuoverti, insomma mica potevi passare una serata su un problema in cui uno dei due spettatori conosce la soluzione senza che neanche un fiato te lo rovini, no? Così la vita continuava. Sentivo che qualcosa piano piano iniziava a non andare, ma non ci facevo molto caso.
Sullo sfondo di ogni mia esperienza videoludica campeggiava il particolarissimo profilo PlayStation di questo mio amico. Era insignito di valanghe e valanghe, cumuli enormi di trofei di bronzo, argento, oro e, ovviamente, platino.
Il curriculum di Brian su PS4
Non li avevo mai fatti, non sapevo minimamente cosa fossero. Mi spiegò che si trattava di sfide che gli sviluppatori mettevano a disposizione e che se completate tutte avrebbero portato all'acquisizione del platino, il trofeo dei trofei, momento che rappresentava la conclusione definitiva del gioco. A volte queste sfide le raggiungevi in game senza alcuno sforzo completando i semplici obiettivi della storia, altre volte invece erano sfide differenti: raccogliere tutti i collezionabili, finire il gioco in un determinato tempo, sconfiggere quel boss saltellando su un piede mentre si declama l'ave maria eccetera. Questo mio amico, Brian lo chiameremo da ora in poi (Brian è un personaggio della serie Netflix di Ricky Gervais Afterlife che è affetto da una patologia da accumulo, un collezionista compulsivo), applicava questo semplice algoritmo ogni qualvolta si trovava di fronte ad un gioco che lo interessava
Provare a completarlo dall'inizio alla fine categoricamente senza utilizzare guide o soluzioni di alcun tipo
Guardare i trofei e valutare se siano interessanti e divertenti da acquisire (per lui “interessanti e divertenti”, come vedremo. Io li definisco "facili", ma è questione di punti di vista)
Cercare di acquisirli tutti con ogni mezzo possibile (guide, bug, ogni mezzo) conquistando il platino
Riporre il gioco
Repeat.
Sono cresciuto con questo modo di fare. Ammiravo la sua immensa catasta di trofei e volevo averne una uguale anche io (Ahime! Chissà per quale motivo!) Volevo anche io diventare un pro nelle opere che mi interessavano. Così ottenni i miei primi platini, ma qualcosa non andava, qualcosa mi rendeva insoddisfatto. Iniziai quindi a pormi qualche domanda, inizio di ogni indagine filosofica. Questa strada mi avrebbe portato ad assistere all’abbandono del mio genitore e insegnante in questa esperienza. Non è stato facile.
QUALE È IL SENSO DI AVERE UN PLATINO?
La mia risposta era: voler avere un riconoscimento di un proprio impegno, la dimostrazione a noi stessi (e a gli occhi di tutti quelli che guarderanno il nostro profilo) che abbiamo finito il gioco, che ne abbiamo analizzato ogni anfratto e che siamo fra i migliori. Però è evidente quanto una risposta del genere sia in totale contrapposizione con i metodi che utilizzavo per raggiungere il platino. Un riconoscimento per il proprio impegno? Sì magari dei trofei li puoi ottenere solo e soltanto dimostrando di aver compreso a fondo i meccanismi di una determinata opera interattiva, ma per quanti trofei vale davvero questo principio? Pochi, in realtà. Perché per la maggior parte dei trofei è sufficiente aprire internet e guardarsi un video su YouTube (e io quando potevo li usavo). Ma se usi le guide per una partecentuale del completamento del gioco che va da almeno l'80% fino al 100% dove sarebbe il tuo impegno? Esposi a Brian il problema e lui, semplicemente, mi ha detto: "dal mio punto di vista guardare le guide è un impegno, perché io sono andato oltre alla noia di guardare quel video di due ore mentre tu no, quindi io merito il trofeo più di chi non lo fa". Questa argomentazione non ha senso, davvero. Mi ci volle un po' a capire che queste risposte erano un semplice arrampicarsi sugli specchi per non guardare in faccia la semplice realtà, ossia che non si voleva perdere tempo dietro agli obiettivi del gioco ottenendo le ricompense velocemente. Un po' come quando copi ad un compito in classe e vuoi trovare una giustificazione. Quando gli rispondevo: "Ok, ma allora chi prende il trofeo senza guide ottiene un riconoscimento con estremo più sforzo di te, i vostri riconoscimenti sono però indistinguibili". La risposta era che se tu hai la possibilità di raggiungere un trofeo velocemente e non lo fai sei semplicemente scemo.
Il secondo punto della risposta che mi davo alla domanda "quale è il senso di avere un platino?" è altrettanto problematico: "la dimostrazione a noi stessi (e a gli occhi di tutti quelli che guarderanno il nostro profilo) che abbiamo finito il gioco, che ne abbiamo analizzato ogni anfratto e che siamo fra i migliori" Come ho già argomentato precedentemente la maggior parte delle volte i trofei non sono diretti testimoni della tua abilità di averli acquisiti. Non sei assolutamente un "pro" se hai il platino di un gioco per cui hai guardato le guide. E poi, analizzarne ogni anfratto? Non è assolutamente così. Prendo per esempio l'ultimo platino che ho ottenuto: Hollow Knight. Un platino interessante ed estremamente complesso da ottenere. Lungi da me però il dire che il gioco si esaurisca nell'ottica del suo massimo riconoscimento in termini di trofei, la community di Hollow Knight su Reddit e Twitter mi lincerebbe (e a ragione). E' ASSOLUTAMENTE IMPORTANTE non fare arrabbiare la community di Hollow Knight su reddit.
Qualsiasi cosa accada non fatela arrabbiare.
Non fatelo.
A parte gli scherzi Hollow Knight è un gioco grande, con tantissime ramificazioni, tantissime sfide in game che non prevedono alcun trofeo (un esempio fra tutti il superamento del Sentiero del Dolore, sfida di platforming di una difficoltà per me allucinante che permette di osservare una scena fondamentale nella lore del gioco intero ma che però che non ti conferisce alcun trofeo). Ma erano anche altre le questioni che non mi quadravano. Per esempio: perchè completare il gioco per la prima volta senza guardare alcuna guida per poi fare il platino guardandole tutte in modo compulsivo? Alcuni trofei che vengono abitualmente messi nella montagna da scalare per ottenere il platino sono questioni che riguardano la storia, come appunto fare il finale alternativo (che poi alternativo non è, è semplicemente più nascosto e meno raggiungibile del finale di più immediato e diretto) oppure fare le quest secondarie. Perché non considerare anche i trofei come parte del gioco e semplicemente farli senza guardare alcuna guida? Alla fine ogni cosa che esiste nell'opera, ogni sfida e anche ogni trofeo sarebbe concettualmente da ritenersi autoriale, una scelta consapevole fatta dall'artista che vuole offrirti un'esperienza ben meditata. Ho parlato con Brian anche di questa questione e lui mi ha detto che il platino per lui è una sorta di attrattore. Il voler raggiungere quel trofeo, il voler avere l'obiettivo finale lo spingeva a fare quest secondarie estremamente noiose, a raccogliere gli oggetti, a guardarsi ore e ore di guide. Tutto questo aveva come vantaggio quello di fargli scoprire cose nel gioco che altrimenti non avrebbe mai guardato perché eccessivamente lunghe e dispendiose in termini di tempo. Ok, ma allora perché non guardare solo le guide? Perché se vuoi sapere di più sul mondo di gioco semplicemente non ti leggi gli articoli, ti guardi i video e festa finita? Perché devi replicarle te per ottenere il platino? A cosa stramaledizione ti serve quel riconoscimento se non significa niente in termini di merito? Queste domande rimanevano senza risposta da Brian, che ragionava su un piano completamente diverso dal mio. Le mie inquietudini andavano aumentando perché sono sempre stato trainato da un lato dal mio spirito avventuriero e spavaldo, dall'altro invece dalla pura pigrizia che la visione di Brian mi permetteva di soddisfare.
E così andavo giocando, guardando soluzioni a volte nel gioco stesso, ottenendo i miei platini guardando le guide e rimanendo insoddisfatto della mia esperienza. Non facendocela più, ho deciso di mettermi a ragionare. In che modo comportarsi di fronte ai trofei che il sistema PlayStation mette a disposizione? Che comportamento adottare per non rovinarsi l'esperienza videoludica? I comportamenti come quelli di Brian sono insiti nelle persone stesse oppure vengono incentivati dal sistema? Ma poi: come sarebbe possibile riconoscere i veri hardcore gamer, i veri master di un gioco, separandoli da Brian e dai cacciatori di trofei che hanno cataste di cianfrusaglie inutili e senza valore? Come dare delle ricompense che veramente trainino il giocatore, vero scopo della ricompensa stessa?Per cercare di rispondere a queste domande ho deciso di scrivere questo articolo seguendo uno dei principi cardine di Silicon Arcadia: senza alcuna pretesa di esaustività. Ho avuto modo di discutere con Brian e con altri amici che abbiamo in comune che condividono la stessa esatta visione del videogiocare. Tutti concordano, con qualche variazione, sugli stessi punti. Non so se essi rappresentino un campione rappresentativo della popolazione (stiamo parlando di tre persone) e magari si è semplicemente creata una bolla. Sarei molto curioso di sapere se il comportamento che ho descritto fino a qui sia praticamente esclusivo oppure se sia condiviso da un più largo numero di persone fra i cosiddetti "trophy hunter"
Il più alto numero di trofei che io abbia mai visto con i miei occhi in un profilo PS4
I PROBLEMI DEL SISTEMA DI REWARD DI PS4 E RELATIVE SOLUZIONI
Lo scopo di questo mio articolo è quello di analizzare alcune problematiche insite nel sistema di Reward di PS4. Vorrei ragionare su alcuni punti che ritengo interessanti ed estremamente problematici contribuendo a porre le basi per un ragionamento ancora più ampio. Come creare delle ricompense accattivanti, interessanti e valevoli in un videogioco? Strutturare le ricompense in un videogioco significa sostanzialmente creare un gioco estremamente valido, essendo il meccanismo di azione-ricompensa (oppure punizione)alla base di ogni esperienza ludica. Non miro così in alto, soprattutto non miro ad arrivarci da solo. Nel mio piccolo voglio criticare soltanto un aspetto che rappresenta dal mio punto di vista un lato negativo della questione. Ho sincera speranza di alimentare un dibattito sulla questione che apra ramificazioni che espanda le mie posizioni oppure che me le faccia ritrattare. Davvero non aspetto altro. Si potrebbe dire che questo sia il vero motivo dell’articolo. Ok, basta chiacchiere. Iniziamo.
L'acquisibilità dei trofei tramite le guide online
Numerosissimi trofei, achievement, possono essere acquisiti consultando guide online. Una tipologia di trofeo che può essere presa ad esempio (fra i molti che si potrebbero fare) è il "raccogli tutti i collezionabili". All'interno della maggior parte dei videogiochi, sparsi per il mondo, esistono degli oggetti che raccolti permettono di raggiungere determinati obiettivi: aumentare i propri parametri, il puro completismo etc. In un mondo utopico dove internet non può essere utilizzato il raccogliere i collezionabili può rappresentare una sfida più o meno divertente. Ma questa è la realtà e nella realtà alcune persone hanno completato questa sfida e hanno pubblicato il loro successo in rete in modo che altre persone possona replicare quello che vedono step-by-step raggiungendo a loro volta lo stesso obiettivo.
Stesso riconoscimento, stesso trofeo.
Il modo per raggiungerlo è però estremamente differente. E' l'annoso problema del copiare a scuola. A me personalmente non è mai fregato assolutamente niente di quello che facevano gli altri e mi scocciava quando altre persone interferivano con le mie strategie per raggiungere un obiettivo che è mio e soltanto mio. Sia nella scuola che nel discorso dei trofei vale (non sempre, ma facciamolo per semplicità) lo stesso discorso: ogni tuo traguardo è esclusivamente tuo, non esiste nessuna competizione. Tuttavia le due situazioni differiscono in maniera importante su altri aspetti. A scuola ci devi andare, il tuo successo scolastico è condizione necessaria per andare avanti, per stare al passo (daje ci siamo capiti, non ho intenzione di perdermi in un pippone sul sistema scolastico). Per quanto riguarda i trofei invece nessuno ti dice che devi farli. Non ottieni assolutamente nulla facendoli e soprattutto non sono necessari. E’ la dimensione puramente ludica della questione. Giochi perché ti diverti, perché è divertente fare quello che stai facendo. Si potrebbe fare la seguente obiezione: ma che te frega? Se qualcuno è così genio da voler prendere dieci ad un compito che non è necessario fare, di cui non deve capire assolutamente nulla perché tanto ha sempre la possibilità di copiare perché non lasciarglielo fare? Perché non fargli sventolare la sua pagella inutile? L'obiezione è corretta, in effetti. Semplicemente mi sembra una situazione senza senso e che scoraggia l'acquisire quel trofeo. Questo sia perché è possibile ottenere un trofeo con le guide, sia perché ritorna il discorso sul confronto: "io e lui abbiamo lo stesso trofeo ma lui ha barato, semplicemente a me non va di prenderlo nel modo faticoso se è così facilmente ottenibile". Le persone sembrano dimenticare il motivo per cui giocano, ossia divertirsi e si fanno attrare dal luccichìo del trofeo, come se fosse un voto da prendere. Il riconoscimento rappresenta un attestato di merito. Ma dove è il tuo merito se hai copiato? Ecco quindi il punto conclusivo: il merito. Possiamo dividere la questione su due fronti: il merito e la necessità. A scuola se prendi un voto quel voto lo puoi prendere perché ti è necessario e inoltre da anche un'attestazione di merito (ovviamente se non hai copiato e se il compito era risolvibile, si intende). Se te vai in giro a vantarti dei tuoi dieci facendo intendere che sei bravo in matematica stai semplicemente mentendo a te stesso e agli altri e il voto in quel senso perde la sua funzione di attestare il merito. La necessità che tu hai di avere un dato voto (magari semplicemente perché altrimenti i tuoi genitori ti legnerebbero se tu andassi male a scuola) fa sì che io non mi pronunci sul comportamento degli altri e sulle loro strategie di sopravvivenza. Ma nei giochi questo discorso non vale. Non ti è in alcun modo necessario prendere trofei, la loro unica funzione dovrebbe essere un'attestazione di merito, che però non funziona perché puoi barare senza che nessun insegnante severo ti scopra. E, in questo modo, i trofei si svalutano, non hanno alcun significato. Questo è il motivo per cui secondo me il sistema andrebbe cambiato e non lasciato così come è.
Soluzione
Propongo di non conferire trofei o riconoscimenti (né in game né tramite trofei, arrivati a questo punto avrete capito che io ritengo la distinzione fra i due esclusivamente arbitraria e fuorviante) per obiettivi raggiungibili tramite le guide online in modo diretto, semplicemente. Ovviamente questa concezione ha delle limitazioni, me ne rendo conto. Sarà sempre possibile che un determinato boss sia facile da battere e quindi qualcuno potrà sempre guardarsi le guide degli altri e replicare il combattimento. Ma per i boss facili, probabilmente, non ci dovrebbe essere una ricompensa particolarmente appetibile.
Iniziamo però dalle basi.
Quei trofei che possono essere acquisiti palesemente tramite un semplice step-by-step con le guide non dovrebbero esistere. Ne dovrebbero esistere altri. Ne esisteranno plausibilmente meno e più difficili, si dovrà avere un po' più di inventiva nelle sfide, si dovrà ragionare su altre questioni (ricordo la premessa, questo articolo vuole gettare la pietra e smuovere l'acqua, non ha nessuna pretesa di esaustività, solo grande desiderio di discussione) ma di certo non ha senso che ci siano dei trofei. Esiste qualche proto-soluzione iniziale, come per esempio creare dei collezionabili da raccogliere e affidarne alcuni a sfide superabili esclusivamente tramite l'abilità, come boss estremamente potenti. Il trophy Hunter quindi potrà pure guardarsi le guide per alcuni collezionabili ma per guadagnare gli altri dovrà dimostrare le sue abilità reali. Oppure sarà possibile avere tutti i collezionabili anche tramite le guide, collezionabili che poi magari ti daranno anche una grande ricompensa in-game (una spada fortissima, una skills bella) ma per avere il trofeo devi dimostrare abilità senza precedenti. I trofei in linea generale non dovrebbero essere molti, ma parsimoniosi e significativi. Un riconoscimento va a quel giocatore che ha compiuto un'opera particolare che è univocamente indirizzabile al suo impegno, alla sua dedizione. Toglierei anche i trofei sul raggiungimento dei finali alternativi, perché analogamente possono essere raggiunti tramite guide. Io sono molto più propenso a far sì che le vere ricompense siano in game. Penso che dovrebbe essere una soddisfazione intrinseca il portare a termine il gioco e il gioco stesso dovrebbe darti elementi che ti facciano sembrare sensato portare a termine quella sfida, che sia lo scoprire un pezzo di trama, che sia l'ottenere un'arma particolarmente forte eccetera. E all'obiezione: ma così nessuno lo farà! Rispondo semplicemente: E sticazzi. Questo dal mio punto di vista non è assolutamente un problema. Il gioco acquisisce la sua dimensione di puro divertimento e impegno per ottenere una ricompensa. Io vedo nei trofei una ricompensa davvero poco utile, la parte divertente per me sono oggetti o pezzi di lore che sono utilizzabili nel gioco stesso, al di là della medaglietta con cui fregiarsi con gli amici.
La presenza della ricompensa finale, il platino
Il platino, la ricompensa finale, il trofeo dei trofei. Dal mio punto di vista la presenza di una ricompensa finale subordina gli altri obiettivi al raggiungimento di quel trofeo, costringendoti e spingendoti di fatto al puro completismo e anche all'uso delle guide paradossalmente. Non conta se hai fatto il quinto pantheon di Nidosacro. Non conta. Sei comunque al 98%. E allora ti ritrovi in quella condizione tremenda in cui hai uno spasmo strano, quel brivido perfezionista che alberga in tanti di noi che ti vuole spingere a raggiungere quell'arbitrario ed inutile numero del 100%, anche facendoti affrontare sfide a cui non sei interessato solo ed esclusivamente per raggiungere quel numero. Le persone faranno di tutto per farlo e quindi saranno anche spinte ad utilizzare le guide. Ma oltre allo spirito perfezionista potrei addurre un'altro ragionamento sempre basandomi sul parallelismo trofei-sistema scolastico. Molte persone vogliono la laurea, necessitano della laurea e vogliono ottenere quel riconoscimento in quanto è l'effettiva chiave d'accesso al mondo del lavoro o, che ne so, a pubblicare foto su Instagram. Ogni esame rappresenta un frammento di quella chiave che viene progressivamente costruita. Ogni pezzo non vale da sé, ma dipende dagli altri per la sua funzionalità. Dal mio punto di vista questo è un difetto del sistema universitario. Ma anche questa non è la sede. E quindi si osservano situazioni in cui gli esami vengono tirati via, fatti al primo tentativo leggendo una pagina e sperando nelle domande standardizzate (oppure credendo di fregare il professore intortandolo con una serie di discorsi che neanche lui capisce perché la maggior parte delle volte non è minimamente interessato a capire). Nulla da criticare a questo, stiamo sempre parlando di necessità. E' evidente però che i singoli esami vengano svalutati e sacrificati sull'altare di qualcosa di ben più grande: la Sacra Corona d'Alloro.
Lo stesso vale nei trofei, solo che ancora una volta viene a mancare l'elemento della necessità. Il platino è svalutato di per sé per gli stessi motivi del punto precedente: basta che una o più parti dei trofei che poi ti consentono di arrivare al platino siano state ottenute (o semplicemente siano in potenza ottenibili) perché il platino perda la sua attestazione di merito e di abilità del soggetto giocante. Non solo: il platino è anche un attrattore che spinge le anime più fragili a "tirare via gli altri trofei" per il semplice fatto che si vuole raggiungere la meta finale, quella che spicca di più nel profilo. E così i semplici trofei si svalutano, vengono tirati via e non gli si dà il giusto risalto per il fatto di esistere anche indipendentemente dagli altri. Ogni esame fatto, ogni trofeo acquisito è un'impresa che merita menzione per il semplice fatto di essere stata portata a termine, non considerata solo e soltanto nell'ottica finale.
Soluzione
Propongo banalmente di eliminare qualsiasi barra di completamento e qualsiasi reward finale per aver completato tutti i trofei. Il farli tutti a parte che ha poco senso come ricompensa ma eventualmente lo avrebbe solo ed esclusivamente se i trofei siano ottenibili tramite abilità del giocatore. Inoltre questo eviterebbe il completismo più sfrenato, andando a farti fare trofei di cui non ti frega un emerita mazza. Infine conferirebbe valore a tutti gli altri trofei, che invece sono sminuiti in presenza di un platino non raggiunto. Nessuno guarda i trofei se li accanto c'è un platino.
L'eccessiva rigidità ed arbitrarietà nella valutazione dei bronzi, degli argenti e degli ori e dei platini
Quante volte abbiamo pensato: "cioè davvero questo è solo un bronzo?". Magari affibbiato ad un trofeo estremamente complesso. Non ci sono molte spiegazioni da dare, è semplicemente fastidioso. Compiere un'impresa è una sfida soggettiva. Per alcuni può signficare stare ore e ore e giorni a tentare di effettuare un particolare passaggio. La ricompensa però non è proporzionale all'impegno. Studi molto e quindi aspiri a prendere dieci. In questo caso studi molto, ti puoi impegnare molto ma la ricompensa è statica, definita e determinata arbitrariamente. A maggior ragione questa situazione è un fattore di rischio per l'utilizzo delle guide, perché il sentire che il proprio impegno non corrisponde ad una determinata ricompensa può semplicemente incentivare a barare per togliersi di torno quell'obiettivo facendo naturalmente corrispondere l'impegno alla ricompensa (ossia, in caso di trofei di bronzo dati a sfide che tu ritieni difficili, guardando le guide in modo da impegnarsi zero e non creare un dislivello fra ricompensa e sforzo)
Soluzione
Propongo che semplicemente non esistano delle gradazioni di trofei arbitrariamente scelte dall'esterno. I trofei non dovrebbero avere un valore intrinseco, il valore è unicamente dato dal motivo per cui devono essere raggiunti. Se un trofeo vale la pena di essere acqusito sarà ottenuto da tante persone, al contrario semplicemente non fregherà nulla a nessuno. Sarebbe possibile implementare una sorta di feedback da parte dei giocatori. Nel momento in cui tu ottieni il trofeo, che è una medaglia con una forma particolare magari, hai la possibilità di valutare da 1 a 10 la difficoltà del trofeo. A quel punto potrebbe apparirti una schemata con un grafico che ti mostra quanti utenti hanno dato quale grado di difficoltà.
La comulazione dei trofei tutti in luogo
Il problema qua sta nell'equiparazione e nella riduzione a numero. 200 platini. Sono molti, ma che platini sono? Cosa hai dovuto fare per raggiungerli? Non importa: sono tutti equiparati, hanno tutti lo stesso valore perché sono platini e si accumulano progressivamente, in modo che qualsiasi persona possa arrivare e dire: wow, ha veramente un sacco di platini! La riduzione a numeri dovrebbe, ancora una volta, attestare il merito, ma fattualmente non lo fa. Funziona un po' come gli iscritti su YouTube. Ne puoi avere anche 30 milioni, eppure il punto sta nella community che hai creato, perché se fra quelli la maggior parte sono morti e gli altri votano Forza Nuova e tu sei una pagina di sinistra e loro ti offendono capisci che qualcosa effettivamente non va. Mi sembra una riduzione della complessità ad un semplice numero (è faticoso valutare le abilità di un giocatore volta per volta, ma se ha 233 platini allora sembra automaticamente un pro) In questo modo però, anche supponendo che ogni platino sia stato acquisito in modo "onesto", il numero dei platini diventa un'altro attrattore. Ne vuoi accumulare sempre di più, in maniera spasmodica. E per quel numero, per quel valore, sei disposto a tutto.
Soluzione
Se elimini il platino risolvi de facto anche questo problema. Qualsiasi altro accumulo che si viene a creare semplicemente credo che dovrebbe essere eliminato. Gli obiettivi dovrebbero semplicemente essere osservabili nella loro individualità senza essere ridotti ad un numero.
Inutilità delle sfide
Alcune sfide sono la definizione di noia. Prendi 200 pesci stando tre ore in riva al mare, semplicemente aspettando. Questo potrebbe essere un esempio ma sono sicuro che a tante persone quante stanno leggendo questo articolo verrà in mente una diversa sfida che "hanno dovuto" compiere (non glielo ha ordinato il dottore, semplicemente volevano il platino) mentre preferivano benissimo fare altro. Non mi dilungo molto su questo punto, che è abbastanza evidente. Lo riporto solo come ennesimo caso in cui il sistema di reward semplicemente non ti incentiva a compiere la sfida, il che andrebbe anche bene, sono gusti. Contemporaneamente però ti sventola anche davanti agli occhi il platino definitivo. Perché fare sfide noiosissime copiandole pure magari? E' semplice: per ottenere il platino.
Soluzione
Rimuovendo il platino questo problema si auto-risolve. Nessuno farà sfide noiose se saranno del tutto inutili al raggiungimento dell'ultimo trofeo.
CONCLUSIONE
Riconosco i limiti di questo articolo. Apre tanti temi, è vasto e lascia più domande che risposte. Ma, sinceramente, è anche questo lo scopo. Spero che possa essere uno stimolo interessante per discutere di questo argomento permettendo a me in primis e poi anche ad altri di inquadrare meglio il problema e le relative soluzioni, se esistono (ed esistono).
Non so se queste considerazioni valgano anche per il sistema Xbox, potrebbe essere. Lascio la dimostrazione al lettero interessato (ossia faccio come Ponzio Pilato, ma solo per adesso e solo per non rimandare di altri sei mesi la pubblicazione di questo articolo)