Dark Souls e frustrazione: una nuova prospettiva
Ovvero come tramutare un investimento di ore in un appagamento quasi fisico.
“Poveri cristi che non sanno cosa li aspetta!”1 Già afflitti dalla vacuità, un non morto sconosciuto, l'ennesimo, è comparso per seminare ancora sofferenza e torture!
Che sventura vivere al crepuscolo delle Età, la fiamma vibra e schiocca le sue ultime scintille mentre le creature di Lordran attendono la propria carneficina.
Rannicchiate in un angolo, appese ai più alti muri, con una bomba incendiaria in mano, pensandosi al sicuro, in alto, non scòrti subito da nessuno, tenteranno di difendersi, attaccando chiunque non abbia ancora perso il senno, tenderanno imboscate, organizzeranno ronde, lanceranno contro di esso cani e bestie di ogni tipo per cercare di cogliere il mostro, un tempo umano, di sorpresa e rimandare l'inevitabile massacro.
Gli stessi demoni che abitano questo regno esteso ed interconnesso mi temono, agitano terrorizzati le loro lunghe ed enormi code, tentano di dissuadermi dal proseguire o di raggiungere al sicuro il prossimo falò…tutti loro in almeno un’occasione mi hanno ucciso, schiacciato, infilzato, pestato, bombardato, affettato, divorato, spinto nel vuoto, marchiato, arrostito, decapitato, fulminato, lapidato, avvelenato, maledetto, perriato e repostato…
Io, Prescelto Non Morto, morirò, risorgerò e perirò di nuovo ma nonostante ciò anche il più insignificante dei mob, l’ultimo degli esseri vuoti, fino al più potente dei demoni e al boss più letale hanno compreso una sola fondamentale cosa: che essi sono misere prede senza alcuna speranza, sono le vittime ora, domani e per sempre della mia ineluttabilità, agnelli sacrificali della mia ira, tributi di sangue della mia vendetta, ad ogni mia morte, ad ogni mia ripartenza, anche loro ricompariranno e di nuovo cadranno.
Dal più misero dei vuoti, barcollanti sulle rinsecchite gambe, alle bestie più possenti, dai muscoli poderosi e dalle movenze impredicibili, alla fine sarò io trionfante a farli a pezzi, a umiliarli nei loro tentativi di cogliermi di sorpresa, di sopraffarmi con il numero o con la loro seconda ingiusta fase…nonostante il livellamento mi avvantaggi lungo l’odissea di dolore contro i nemici più elementari (sempre più facilmente, con meno sforzo ma compensando la banalità con l’estro), i bastardi proveranno a sfoderare continuamente abilità, tattiche, potenza e reattività sempre più sconcertanti, finanche trasformazioni maliziose ed esagerate, e continuerò a morire nei modi più stupidi, irritanti e frustranti ma il rilascio di dopamina dopo l’ultima vittoria, con il nemico più subdolo e stronzo, ne compenserà ampiamente il prezzo: “SI BANCHETTA CON ARROSTO DI DEMONE CAPRA, STANOTTE!”, urlo felice mentre nell’altra stanza si chiedono se non sono impazzito, “PREPARATE LA CUCINA, ARRIVANO BISTECCHE DI UN DRAGO PRIMORDIALE”, dopo aver stroncato la vita all’odioso Khalameet!
Blighttown, Città infame, quanti patimenti mi hai fatto subire con i tuoi cecchini, i cani sputafuoco, i vili umanoidi, le odiose zanzare giganti o i barbari lanciapietre…quanto ho amato tornarvi livellato ed equipaggiato in modo da sterminarvi tutti e ripulire palude e città, dal primo all’ultimo! Quanto soddisfacente, anche se meschina, la soddisfazione di vedervi impotenti di fronte al vostro dominatore e sterminatore!
“Ora sono un altro eppure sono sempre lo stesso”2
Il perfido architetto dei souls, Hidetaka Miyazaki, ha voluto tuttavia avere l’ultima parola perché aveva ben capito che il nostro Prescelto sarebbe stato fin da subito il dio di questa realtà in decadimento che è il mondo di Lordran, incastrandoci infine in uno scontro faccia a faccia con Gwyn stesso ma depotenziato di tutto quello che sarebbe potuto essere con un Lord al più alto apice della sua potenza, facendoci battagliare con una sua ombra, spenta e inane, che nulla può contro il nostro destino di macellai e decretatori dell’estinzione, in un finale anticlimatico che tenta di toglierci l’ultima, finale stilla del dolce nettare del vero dio che incarniamo.
Ah, mi faccio beffe di questi Lord finiti e consunti, che dopo avermi stritolato, calpestato, trafitto, scuoiato, masticato, ingoiato, tritato, sgozzato, torturato, annegato, martellato, appestato, elettrocutizzato, ancora perriato e repostato…sono tornato, ricomparso e spuntato nuovamente e ancora e di nuovo, a popolare i loro incubi disabitati, nei quali rimbalza in un eterno riverbero l’urlo lancinante del mio Ritornante Eterno, Chosen Undead, non più disperato, né incazzato o schiantato, ma ebbro di tale euforia, coreografia di sangue in questa landa virtuale di orrore e sofferenza!
Probabilmente il riferimento religioso a Lordran non viene colto.
Frase decontestualizzata dall’Ulisse di James Joyce.